Ci siamo mai fermati a pensare a quanta pressione la società mette sull’erezione del pene?
Nell’immaginario comune l’abilità dell’uomo è spesso associata a quanto “ce l’ha duro” e a quanto riesce a mantenerlo tale.
Questo mette sicuramente un’importante pressione ai ragazzi, che andranno a considerare il sesso come una gara in cui devono essere sempre all’altezza e a concentrarsi solo sulla performance e non sul piacere.
Ma cosa succede quanto l’erezione non c’è?
Può capitare a tutti di perdere l’erezione durante l’attività sessuale e non c’è niente di male o da preoccuparsi.
Al contrario, se la perdita dell’erezione continua nel tempo allora si può parlare di un disturbo dell’erezione.
Questa disfunzione è caratterizzata dalla difficoltà dell’uomo a non ottenere o mantenere l’erezione abbastanza a lungo per avere una sessualità soddisfacente.
Le cause possono essere varie: sicuramente occorrerà parlarne con il medico, per escludere che ci sia una condizione medica o un’interazione tra farmaci che possono provocare la disfunzione.
Quando il problema è di natura psicologica le cause possono essere varie.
Solitamente la perdita dell’erezione è dovuta ad un’eccessiva ansia o da altri fattori situazionali o relazionali che portano malessere nella persona.
È importante ricordare che l’ansia non è alleata della sessualità.
Oltre all’insoddisfazione sessuale, il disturbo dell’erezione porta anche ad un abbassamento dell’autostima e del tono dell’umore. L’uomo inizia a pensare di non riuscire a soddisfare il/la proprio/a partner. Le ripercussioni possono presentarsi anche al/alla partner che può sentirsi rifiutato/a o non desiderato/a, con conseguenti tensioni di coppia.
Come tutte le disfunzioni di natura psicologica, anche il disturbo dell’erezione può risolversi rivolgendosi ad un sessuologo che, attraverso una fase di valutazione del problema, potrà costruire insieme all’uomo o alla coppia un percorso per risolvere la disfunzione.
Dott. Antonello Deriu
Sessuologo