Vedo già le sopracciglia alzate e sento le voci che sussurrano “e cos’è?”
La parola stealthing, che letteralmente significa “agire furtivamente”, viene usata per indicare la pratica di togliersi il preservativo durante un rapporto sessuale all’insaputa del partner.
Nonostante sia a tutti gli effetti una forma di abuso sessuale, chi lo pratica, e in qualche caso anche chi lo subisce, spesso non lo ritiene tale, o “abbastanza grave”.
È importante considerare lo stealthing come una forma di abuso sessuale proprio perché viola il consenso dato dai partecipanti ad avere un rapporto protetto, ed è fondamentale che il consenso, per essere valido, sia informato di tutte le parti in gioco.
Lo stealthing può avere molte conseguenze: di tipo fisico – come le infezioni sessualmente trasmissibili, anche l’HIV, gravidanze indesiderate – o psicologico – come senso di colpa, vergogna, o segni di chi ha subito un abuso sessuale.
Donne che lo hanno subito dicono di aver vissuto l’esperienza come una “grave violazione dell’autonomia personale e della dignità”.
Per quanto riguarda la trasmissione dell’HIV e delle altre IST (infezioni sessualmente trasmissibili), c’è da considerare anche la questione della responsabilità penale del partner che trasmetta l’infezione, legata alla consapevolezza dell’alterazione della protezione. Decidendo, infatti, di sfilare o alterare all’insaputa del partner l’integrità del preservativo (ad esempio bucandolo o rompendolo), potrà rispondere di lesioni aggravate qualora chi lo subisce venga infettato e decida di denunciarlo.
Si parla di stealthing solo con la rimozione del preservativo?
No, si può considerare allo stesso modo anche il sabotaggio dei contraccettivi utilizzati dalle donne, con lo scopo di rimanere incinta.
Uno studio di Alexandra Brodsky per l’Università di Yale e pubblicato sul Columbia Journal of Gender and Law spiega in modo molto dettagliato l’esistenza di forum e comunità online nate per difendere lo stealthing come diritto di ogni uomo (di qualsiasi orientamento sessuale) a “diffondere il suo seme”, e a provare più piacere dato dal contatto diretto tra genitali. Addirittura in questi forum si può trovare qualcosa di simile ai tutorial che insegnano come praticarlo.
Succede davvero così spesso da dovergli dare un nome?
Uno studio australiano afferma che il 18% delle donne e il 4% degli uomini lo hanno subìto, e solo l’1% di questo campione lo ha poi denunciato. Si, denunciato, perché lo stealthing è una forma di abuso sessuale, in quanto atto che avviene senza il consenso del/la partner.
In Svizzera, Germania e UK ci sono state persone condannate per stealthing.
E in Italia?
In Italia lo stealthing non rientra nel novero dei reati tipizzati dalla legislazione, ma si può comunque inserire fra i comportamenti che minano la libertà personale, l’autodeterminazione e la tutela dell’incolumità fisica della persona. È un diritto innegabile degli esseri umani quello di potersi sentire liberi e sicuri nei rapporti sessuali e non solo.
Non è ancora un termine molto usato, ma credo fortemente che dare un nome alle cose ci consenta di dargli la giusta importanza e di riconoscere qualcosa quando avviene.
Dott.ssa Maria Luisa Iervolino, psicologa